Una tappa ad alta tensione, tirata e scoppiettante. Ecco il racconto di Michele Bazzani.
13 ottobre 2020 - Già dalla sera precedente si respirava aria di battaglia. La tappa di oggi si prestava a varie soluzioni ed era nel mirino di molti ciclisti, sia dei big di classifica sia dei cacciatori di tappe. Subito dopo il via si accendono le polveri e un tratto pianeggiante con il vento laterale miete già le prime vittime. L’andatura è vertiginosa e in pochi istanti mi ritrovo in fondo al gruppo, dove anche un uomo di classifica, come Timothy Bonapace, impreca in cerca delle migliori sensazioni: le troverà più avanti. Sento la gamba reattiva e provo a risalire il gruppo, mentre percorriamo il tratto centrale vallonato ricco di strappi impegnativi. Su uno di questi si scatena la bagarre e, dopo scatti e controscatti, riescono a evadere in dodici corridori, tra cui quasi tutti i principali competitor per la classifica generale. Con i migliori tutti avanti, la corsa si chiude qui.
Nel frattempo lamento un incidente meccanico e devo lasciarmi sfilare. Con l'andatura che cala, complice anche il vento che qui non fa mai mancare la propria presenza, ho l'occasione di guardarmi attorno per scoprire la bellezza dei luoghi che stiamo attraversando: prima ampie praterie dedicate a pascoli di pecore, poi dolci colline verdeggianti, che superiamo con continui saliscendi. Il servizio scorta è ottimale, ma non ce ne sarebbe nemmeno bisogno visto che in questo lungo tratto incontriamo pochissime auto e nessun centro abitato. Siamo un tutt'uno con la natura.
Il rientro verso l'arrivo è altrettanto veloce. Dietro una curva scorgiamo il mare, illuminato da alcuni raggi di sole che sbucano tra le nuvole. Il promontorio di Capo Caccia, che nasconde nel suo ventre le Grotte di Nettuno, si staglia di fronte a noi con le sue alte rocce a strapiombo sul mare. Scorgiamo anche l'arco blu dell'arrivo, su in alto, quindi lo sprint finale sarà ancora in salita. Il gruppo dei dodici fuggitivi si presenterà compatto e sarà il ciclista locale Filippo Capone a imporsi su un brillante Riccardo Zacchi e sull'onnipresente Michele Pittacolo, mentre i due sfidanti per la generale, Ugazio e Debertin, si controlleranno giungendo subito a ridosso. Nella gara femminile è sufficiente ad Annalisa Prato restare con il gruppo principale per vincere la tappa e consolidare il primato, davanti a una tenace Maria Cristina Prati.
Poi lasciamo a malincuore Capo Caccia, per far rientro in hotel. Anche oggi abbiamo vissuto una bella giornata di sport, scoprendo scorci nuovi di un'isola che a ogni angolo presenta sempre delle belle sorprese. E domani andrà in scena un altro tradizionale appuntamento del Giro di Sardegna, la cronometro a squadre, dove team improvvisati di 6 corridori ciascuna si sfideranno su un percorso velocissimo. Siamo certi che ci sarà ancora da divertirsi.
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Bellissimo percorso ed ancor più bello il finale di gara: poi si torna in maniera rilassata in hotel.